Il raid israeliano a Gaza colpisce principalmente i civili: vittime e feriti in aumento.

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SETTE OPERATORI UMANITARI UCCISI IN RAID ISRAELIANO A GAZA

Sette operatori umanitari internazionali dell’associazione World Central Kitchen sono rimasti uccisi in un raid israeliano a Gaza. La prima vittima accertata è una donna, Zomi Frankcom, 44 anni, di Melbourne. Appena una settimana fa compariva in un video girato dalla Ong proprio a Gaza. Gli altri volontari provenivano da Polonia, Regno Unito, Canada— uno, con doppia cittadinanza degli Stati Uniti — e dalla Palestina.

LA CONFERMA DEL PRIMO MINISTRO AUSTRALIANO

Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha confermato che Zomi Frankcom, 44 anni, di Melbourne, è fra le persone uccise e ha detto che il suo governo ha chiesto spiegazioni a Israele. “Si tratta di una persona che stava facendo volontariato all’estero per fornire aiuti attraverso questa associazione di beneficenza a persone che stanno soffrendo tremende privazioni a Gaza. E questo è assolutamente inaccettabile”, ha dichiarato Albanese.

ARRIVO DI TRE NAVI DI AIUTI

Tre navi di aiuti erano arrivate lunedì dall’isola mediterranea di Cipro con circa 400 tonnellate di cibo e rifornimenti predisposti sia dall’organizzazione benefica che dagli Emirati Arabi Uniti. Si trattava della seconda spedizione del gruppo dopo un’operazione pilota del mese scorso.

IDENTIFICATO IL COOPERANTE POLACCO UCCISO

È stato identificato come Damian Sobol il cooperante polacco rimasto ucciso nell’attacco che ha colpito a Gaza il convoglio di World Central Kitchen (Wck), provocando in totale 7 morti. A identificare la vittima è stato su Facebook Wojciech Bakun, il sindaco della cittadina dalla quale la vittima proviene, Przemysl, nel sudest della Polonia. Secondo quanto risulta dai registri dell’ospedale di Gaza in cui sono stati inizialmente portati i corpi delle vittime, a Deir Al-Balah, le persone rimaste uccise sarebbero 3 britannici, un’australiana, un polacco, una persona con doppia cittadinanza Usa e canadese e l’autista palestinese.

L’attacco ha scosso le coscienze a livello internazionale, sollevando interrogativi sul rispetto del diritto umanitario internazionale durante i conflitti. Le vittime erano impegnate in un’azione di solidarietà verso la popolazione di Gaza, messa duramente alla prova dagli scontri in corso nella regione.

In questo contesto, l’individuazione delle responsabilità e la ricerca di giustizia per le vittime diventano prioritarie. Le autorità internazionali sono chiamate a fare luce sull’accaduto e ad adottare misure per prevenire simili tragiche perdite in futuro.

Il mondo dell’umanitario piange oggi la scomparsa di sette eroi che hanno sacrificato la propria vita per portare aiuto a chi ne ha più bisogno. Il loro ricordo rimarrà indelebile nelle menti di coloro che hanno condiviso il loro impegno e nei cuori di tutti coloro che credono nel valore della solidarietà e della compassione. La comunità internazionale si stringe attorno alle famiglie delle vittime, offrendo il proprio sostegno e la propria solidarietà in questo momento di dolore e di tristezza.

L’attacco a Gaza rimarrà un avvenimento oscuro nella storia dell’umanità, un tragico capitolo che ci ricorda la fragilità e la preziosità della vita umana. Che possa servire da monito affinché tragedie simili non si ripetano mai più, e affinché la pace e la solidarietà possano prevalere sulla violenza e sull’odio in ogni angolo del mondo.

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