La lezione di Guardiola: tre minuti di paura e silenzio dopo la sconfitta del City

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PEP GUARDIOLA: UNO SGUARDO SULL’UMILTA’ E L’AMBITO DEL MANCHESTER CITY

Un discorso alla squadra durato tre minuti, seguito da un silenzio quasi irreale che però dice tante cose: Guardiola incute timore ai suoi giocatori, il discorso è un bagno di umiltà che riporta tutti con i piedi per terra.

Pep Guardiola non usa mezzi termini con i suoi giocatori. Da allenatore ha vinto tutto in carriera ma non è ancora sazio e ogni sconfitta fa male come se fosse la prima: Netflix ha svelato i retroscena del suo Manchester City, regalandoci scene inedite dagli spogliatoi come il discorso duro rivolto alla sua squadra dopo la sconfitta in Carabao Cup contro il Southampton. Tre minuti in cui terrorizza i giocatori con parole severe, seguite da un silenzio irreale e apparentemente interminabile durante il quale guarda tutti negli occhi.

LEZIONE DI UMILTA’: “E’ NORMALE GIOCARE COSI’?”

La coppa è notoriamente considerata di minore importanza in Inghilterra, ma che per Guardiola in quel momento era il centro del mondo. L’eliminazione trovata un anno fa ai quarti di finale è stata il pretesto per dare una lezione di umiltà a tutti i suoi giocatori: “Per voi è normale giocare come avete giocato? Il problema è che succede qualcosa durante la partita e voi abbassate la testa. E nessuno fa niente. Sinceri: secondo voi è normale quello che abbiamo fatto oggi? Per questo club è normale? È normale? Per la gente che ha viaggiato per venire fin qui?”.

TONO DURO E DRAMMATICO: LA REALTA’DELLO SPOGLIATOIO

Tono duro, tante pause per aumentare la drammaticità e la serietà delle sue parole. Anche davanti a una squadra di campioni Guardiola non arretra di un millimetro, sbattendogli in faccia la realtà. Hanno deluso tante persone che erano lì per loro, per sostenerli, nonostante le grandi difficoltà che attraversano nella vita di tutti i giorni: “Non hanno soldi per pagare il riscaldamento a casa, vengono qui a vederci e noi giochiamo così? È normale?”.

ALL’INSEGNA DELLA DISCIPLINA E DELL’UMILTA’

Tutto il Manchester City era chiuso nello spogliatoio in silenzio, ad ascoltare tutto ciò che l’allenatore aveva da dire. Una doccia fredda per la squadra che alla fine della stagione avrebbe vinto il primo storico triplete, ma che ha dovuto abbassare il capo davanti alla lezione di Guardiola: “Piedi per terra ragazzi. Lavorate di più. Lavorate meglio. Siate umili e ambiziosi, altrimenti quelli delle giovanili sono pronti. Adesso avremo un’altra partita importante. Sono dieci anni che aspettano di distruggerci. Siete pronti? Vi siete preparati bene? Perché loro hanno qualcosa che oggi mi avete dimostrato che noi non abbiamo. Loro hanno qualcosa che voi non avete. Loro hanno fame, sono affamati. Noi no”.

LA FAME DI VINCERE: RITROVARLA O CONFONDERSI

“Oggi mi avete dimostrato, sia i giovani, sia gli anziani, i nuovi e i vecchi, che non volete vincere. Non avete più quella fame. E dovete ritrovarla. O mi sono confuso io”, l’ultima frase pronunciata prima di far calare lo spogliatoio in un silenzio tombale ma che dice tante cose: Guardiola li guarda negli occhi uno per uno per diversi secondi restando immobile, prima di voltare le spalle e uscire di scena.

In conclusione, Pep Guardiola non fa sconti ai suoi giocatori, li trascina fuori dalla loro zona di comfort e li obbliga a guardare la realtà in faccia. La sua lezione di umiltà e disciplina è un monito per tutti coloro che ambiscono al successo nel mondo dello sport. La fame di vincere e l’umiltà sono ingredienti fondamentali per il successo, e Guardiola è l’esempio di come la determinazione e la disciplina portino alla conquista di traguardi impensabili.

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