SCANDALO ALLO STADIO: IL PENALTY CONTRO L’INTER NON DOVEVA ESSERE RIPETUTO
Il calcio di rigore di Henry del Verona non andava ripetuto nonostante la posizione dei piedi di Sommer avesse sollevato più di qualche dubbio alla luce di alcuni fermo-immagine che hanno alimentato critiche nei confronti degli ufficiali di gara.
ERRORE NELL’ASSEGNAZIONE DEL PENALTY
Prima che il giocatore dell’Hellas colpisca la sfera lo svizzero s’è già mosso in avanti al punto che nemmeno col tacco destro (piede più vicino) calca la linea di porta. Impossibile però sanare l’errore commesso dal calciatore dell’Hellas che, in pieno recupero, ha fallito la conclusione che avrebbe regalato il pareggio a San Siro contro l’Inter.
IL REGOLAMENTO DIMOSTRA CHE NON ERA NECESSARIA LA RIPETIZIONE
Da regolamento, non c’erano gli estremi perché fosse accordata la ripetizione tenendo conto di quanto indicato dall’IFAB all’articolo 14.2 (Offences and sanctions), relativamente alle possibili infrazioni commesse dall’estremo difensore. In buona sostanza, il numero uno svizzero dei nerazzurri fa nulla per inficiare l’esecuzione del penalty né impatta in qualche modo la sfera impedendole di entrare in porta: condizioni queste ultime che avrebbero portato alla ripetizione del tiro. La norma traccia i paletti prendendo in esame tre casi specifici di infrazioni commesse dal portiere:
– Se la palla entra in porta, viene assegnato un gol
– Se la palla manca la porta o rimbalza sulla traversa o sui pali della porta, il tiro viene ripetuto solo se l’azione del portiere si ripercuote chiaramente sul tiro
– Se il portiere impedisce al pallone di entrare in porta, il tiro sarà effettuato di nuovo
– Se l’infrazione del portiere comporta la ripetizione del tiro, il portiere viene ammonito
IL FALLO CHE HA PORTATO AL PENALTY
Il tiro dal dischetto era stato concesso col Var (protagonista di una giornata nefasta e vivacemente criticato per altri episodi precedenti) per il fallo commesso da Darmian su Magnani. È il 100° minuto quando l’arbitro Fabbri va alla on-field-review e decreta la massima punizione per gli scaligeri dopo aver rivisto l’azione a bordo campo.
Le immagini mostrano chiaramente come Sommer si sia spostato dalla propria linea di porta prima che la palla venisse calciata. Questo comportamento avrebbe dovuto richiedere la ripetizione del penalty, secondo le regole ufficiali del gioco.
L’INCOGNITA DELLA REVISIONE DEL VAR
La decisione dell’arbitro di concedere il rigore è stata fortemente contestata dalla squadra dell’Inter e dalla sua tifoseria. Anche la successiva analisi del VAR ha sollevato preoccupazioni sulle competenze della squadra arbitrale.
La controversia ha portato ad un acceso dibattito sulle competenze dei direttori di gara e sull’effettiva aderenza alle regole del gioco. Molti appassionati hanno espresso la loro delusione per la mancanza di chiarezza nelle decisioni arbitrali e la mancanza di uniformità nell’applicazione delle regole.
IL FUTURO DELLA VAR IN DISCUSSIONE
La recente polemica ha riacceso il dibattito sull’utilizzo del VAR nel calcio moderno. Molti esperti e appassionati hanno espresso dubbi sulle capacità del sistema VAR di garantire decisioni giuste e imparziali.
Si spera che questa controversia porti ad una maggiore attenzione e trasparenza nelle decisioni degli arbitri e nell’interpretazione delle regole. L’introduzione del VAR ha portato benefici evidenti in termini di correttezza nelle decisioni arbitrali, ma è chiaro che ci sono ancora problemi da risolvere.
L’errore nell’assegnazione del penalty alla squadra del Verona contro l’Inter è solo l’ultimo di una lunga serie di controversie che hanno coinvolto il VAR. È fondamentale che le autorità calcistiche prendano in considerazione queste critiche e lavorino per migliorare e raffinare il sistema VAR, garantendo che le partite siano decise sul campo e non dall’errore umano o tecnologico.
(in aggironamento)